Professore, le cure dentistiche non sono economiche e molte persone si rivolgono a centri convenzionati e low cost per risparmiare. Quali sono i pro e i contro di questa scelta?
Occorre distinguere fra CONVENZIONI DIRETTE (in cui il paziente non paga nulla e il fondo assicurativo rimborsa il centro convenzionato) e RIMBORSO INDIRETTO (in cui il paziente paga il dentista e poi il fondo assicurativo rimborsa una parte al paziente).
Per precisa scelta non abbiamo mai aderito ad alcuna convenzione diretta. La nostra mission è offrire ai nostri pazienti solo le cure che vorremmo per noi e per i nostri cari; dal nostro punto di vista, il meccanismo sui cui si basano i fondi assicurativi non permette di garantire questo livello di qualità.
Per quale motivo ritenete le convezioni dirette incompatibili con i vostri standard di qualità?
Lo scopo dei fondi assicurativi è spendere il meno possibile nel rimborsare le cure agli assicurati. Per questo motivo buona parte degli studi convenzionati sono centri dentistici low cost generalisti.
I tariffari dei fondi assicurativi sono in media così bassi che nel nostro caso non basterebbero a onorare il compenso dei medici, operatori con anni di esperienza, soprattutto nel campo chirurgico e implantologico.
Le assicurazioni sanno perfettamente che cure dentistiche specializzate hanno costi più elevati, ma giocano sul fatto che, eccettuando l’ambito chirurgico, in campo odontoiatrico è improbabile che una terapia eseguita al risparmio possa determinare ingenti risarcimenti in seguito a cause legali per danni, a differenza di altri campi della medicina.
Come si spiega dunque che il numero di convenzioni sia aumentato?
Recandosi nei centri convenzionati, i pazienti ricevono le cure senza doverle pagare e questo corrisponde a un vantaggio immediato. Tuttavia, i problemi di cure impostate cercando il massimo risparmio si evidenziano solo dopo qualche tempo.
A quel punto inizia lo “scarica barile”: il fondo assicurativo non rimborsa due volte la stessa prestazione, il centro dentistico tenderà ad addossare la responsabilità ai medici (che spesso non sono più in servizio nel centro, essendoci in queste realtà un turnover molto elevato) e le compagnie assicurative rimpallano il paziente fra visite medico legali e burocrazia, allo scopo di ritardare o addirittura evitare il risarcimento.
Perché nei centri low cost c’è un grande ricambio di personale medico e di assistenza?
Se gli operatori vengono pagati meno che in realtà più prestigiose, alcuni all’inizio si accontentano per fare pratica, ma una volta diventati più abili ed esperti tenderanno a cercare condizioni migliori; quelli che invece non ne hanno la capacità, vengono allontanati quando il numero di problemi e fallimenti diventa troppo elevato.
In alcune catene low cost è una vera e propria strategia per gestire i pazienti scontenti, tanto che nei bilanci viene accantonato circa il 10% dell’incasso per fare fronte a cause e spese legali.
Cosa consiglia ai pazienti che hanno una convenzione?
Il mio consiglio professionale è di informarsi bene prima di fidarsi di cure offerte in convenzione diretta gratuita o a prezzi stracciati: anzitutto, verificando il numero e la qualità delle recensioni online, meglio ancora cercando qualcuno fra i propri conoscenti che sia rimasto completamente soddisfatto, soprattutto diversi anni dopo aver terminato le cure.
In questi casi è sempre d’attualità ciò che mi ripeteva mio nonno: “Quello che costa poco, spesso vale meno di quello che costa”. Non c’è nulla di peggio del rimpianto di un risparmio immediato che può comportare costi ben maggiori quando bisogna sistemare problemi causati dal non avere investito nella propria salute.
Dr. Mario R. Cappellin
Professore a contratto di Ergonomia, discipline odontoiatriche ed Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
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