Dopo l’articolo sulla prevenzione dei problemi correlati al dente del giudizio, ci sono giunte in redazione alcune domande da parte di un lettore che ha recentemente avuto forte dolore alla testa che sembrava partire proprio dal dente del giudizio. A tal proposito, diamo la parola al redattore dello scorso articolo, il Dr. Mario Cappellin, Professore a contratto di Ergonomia, discipline odontoiatriche ed Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Professor Cappellin, quand’è che il dente del giudizio può provocare dolore?
I denti del giudizio sono gli ultimi denti a spuntare nella bocca. In rari casi, alcuni fortunati pazienti non li hanno e non gli spunteranno mai. Spesso, tuttavia, quando oltre i 18-20 anni i terzi molari non sono ancora comparsi, significa che, per qualche motivo, non sono riusciti a trovare una “strada” di eruzione corretta e quindi sono rimasti all’interno della gengiva o, più spesso, sono come “intrappolati” nell’osso: in questo caso si chiamano denti del giudizio inclusi.
Durante il processo di eruzione, i molari del giudizio possono creare dolore, perché per “uscire” irritano la gengiva, esattamente come capita quando da piccolini spuntano i primi denti da latte; il problema è dato dal fatto che il dolore al dente del giudizio è solitamente molto intenso, può accompagnarsi anche a gonfiore e, in certi rari casi, anche ad ascesso con raccolta di materiale purulento. La sofferenza è data dalla vicinanza con il nervo trigemino, che può causare una nevralgia spesso definita come insopportabile da chi ha avuto la sfortuna di provarla, essendo una sorta di mal di testa costante e fortissimo, che spesso non scompare neppure con l’uso di farmaci antinfiammatori.
Raramente, soprattutto se il gonfiore è molto intenso, si può verificare anche febbre: in questo caso, è urgente consultare il medico per instaurare il prima possibile una terapia antibiotica, perché esiste il rischio che un ascesso possa farsi strada sotto la mandibola e arrivare fino al mediastino (la zona dove sono alloggiati i polmoni), creando una gravissima infezione.
Come si procede per l’estrazione dei denti del giudizio? Si tratta di un intervento doloroso?
L’estrazione dei denti del giudizio superiori normalmente è molto veloce e semplice, perché vengono di preferenza estratti solo se già completamente in arcata e in posizione sfavorevole.
L’estrazione dei denti del giudizio inferiori, invece, è un po’ più complessa in base al posizionamento del dente.
L’estrazione dei denti del giudizio avviene sempre con anestesia locale, quindi non è dolorosa; presso la nostra clinica utilizziamo anche la sedazione cosciente, per rendere l’esperienza totalmente priva di ansia e soprattutto per eliminare il riflesso del vomito, che disturba molti pazienti, dovendo operare in una zona molto posteriore vicino alla base della lingua.
Ci possono essere complicanze dopo l’estrazione del dente del giudizio?
Le principali complicanze postoperatorie possono essere gonfiore e dolore, entrambe gestibili con farmaci antinfiammatori (e per prudenza anche con terapia antibiotica, per evitare infezioni della ferita); raramente il gonfiore può anche determinare il cosiddetto trisma mandibolare, ovvero una contrazione riflessa dei muscoli masticatori che per 2-3 giorni limitano l’apertura della bocca e della masticazione e che si risolve spontaneamente. Nei casi più complessi, invece, ci possono essere alcune complicanze un po’ più serie, che si risolvono tuttavia spontaneamente e in breve tempo.
Dopo l’intervento quanto tempo serve per riprendersi?
Il periodo postoperatorio è influenzato da molti fattori, il primo dei quali è la durata dell’intervento: chiaramente, più l’operatore è esperto, più riesce a essere mininvasivo e meno la zona andrà incontro a gonfiore postoperatorio (che è legato al tempo in cui la ferita rimane aperta e quindi esposta a saliva e batteri), oltre alla invasività dell’intervento.
Solitamente, conviene mettere in conto 2-3 giorni di riposo, programmando l’estrazione in un periodo non ricco di impegni importanti, in modo da poter stare più tranquilli (soprattutto evitando attività fisica intensa), ma nella maggior parte dei casi già il giorno successivo all’intervento si è in grado di lavorare e di attendere alle normali attività quotidiane, escluse appunto solo quelle che comportano un intenso sforzo fisico.
L’assunzione di farmaci antinfiammatori è fortemente consigliata, anche in caso non vi siano dolori particolari, perché limita il gonfiore e previene l’insorgenza di parestesie e di trisma mandibolare, come spiegato sopra.
Dr. Mario R. Cappellin
Professore a contratto di Ergonomia, discipline odontoiatriche ed Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
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