Quando il dente del giudizio provoca sintomi e dolori si è costretti ad estrarlo in urgenza, ma è possibile prevenire questi fastidi giocando d’anticipo.
Molto spesso, pazienti con forti dolori mi chiedono: “Dottore, ma si poteva evitare?”
La risposta è sì. Come in ogni ambito della medicina, la prevenzione è sempre la strategia migliore: in particolare, ci sono alcuni momenti della vita in cui è importante sottoporsi a una visita di controllo che può intercettare eventuali problemi futuri a carico dei denti del giudizio:
- tra gli 8 e 10 anni, mediante una visita ortodontica e una TAC pediatrica (che una clinica dentale possiede per distinguerla da quelle dedicate agli adulti, che presentano una dose di raggi decisamente maggiore) è possibile individuare se i denti del giudizio sono presenti e soprattutto se la loro direzione di crescita è corretta; in caso contrario è possibile procedere all’estrazione (detta germectomia) dei germi di questi, con un intervento eseguito in sedazione;
- durante l’adolescenza, nei casi in cui si sia deciso di attendere la crescita, occorre verificare che i denti del giudizio stiano procedendo nella direzione corretta; in caso contrario conviene procedere all’estrazione prima che le radici siano formate e quindi prima che l’estrazione diventi più complessa e costosa;
- se entro i 18-20 i denti del giudizio non sono comparsi in bocca, significa che o sono assenti (caso raro) oppure sono cresciuti orizzontalmente e perciò occorre estrarli per evitare che possano danneggiare la radice dei molari vicini oppure che si avvicinino troppo al nervo mandibolare, cosa che renderebbe l’estrazione più rischiosa.

I vantaggi della prevenzione
L’operazione per estrarre i denti del giudizio provoca sempre un po’ di gonfiore e dolore post-operatorio. Si tratta di “problemini standard” che possono essere tenuti sotto controllo con farmaci antinfiammatori (e per prudenza anche con terapia antibiotica, per evitare infezioni della ferita), quindi niente di grave.
La prevenzione serve per evitare i casi più problematici, come ad esempio quelli in cui l’estrazione del dente del giudizio vicino al nervo mandibolare crea una sorta di “strattone” al nervo, con la conseguenza di una parestesia (ovvero alterata sensibilità del labbro inferiore, come se fosse in parte ancora anestetizzato), sensazione che si risolve nella maggior parte dei casi spontaneamente, ma che spesso necessita di un tempo abbastanza lungo (da 2-3 settimane a 5-6 mesi nei casi più severi).
Per questo motivo è consigliabile sempre indagare con una TAC la reale anatomia e non limitarsi mai alla visione di una panoramica che, essendo una radiografia solo su due dimensioni, non permette di visualizzare la tridimensionalità del decorso del nervo; inoltre è fortemente consigliato di rivolgersi a una struttura con dentisti specializzati in chirurgia orale e non a un dentista generico, per questi casi ad elevata complessità.

Se non l’avete ancora fatto, controllate al più presto i vostri denti del giudizio e cercate di evitare ogni tipo di complicanza.
Nel prossimo articolo parlerò dei casi in cui non vi è stata prevenzione, spiegando cosa fare nel caso di forti dolori alla bocca e alla testa.
Dr. Mario R. Cappellin
Professore a contratto di Ergonomia, discipline odontoiatriche ed Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
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