“L’uomo è ciò che mangia” diceva Feuerbach, e verità più grande non potrebbe esserci.
Ormai, tutti sappiamo quanto la salute fisica dipenda da ciò che mangiamo. E quella psichica invece?
Anche, e lo dimostra la scienza! Oggi vi porto i risultati di una bellissima e recentissima review (2022): “Ultra-processed food consumption and mental health: a systematic review and meta-analysis of observational studies”: in questo studio, si è analizzata la relazione tra consumo di cibo lavorato e disturbi mentali.
Il cibo è stato suddivido in base al grado di lavorazione secondo la classificazione NOVA, che prevede 4 classi: cibi non trasformati (acqua, vegetali, funghi, uova, latte, carne non trasformata), ingredienti per la cucina domestica (olio, sale, aceto, zucchero, sale, spezie), alimenti trasformati (pane, pasta, formaggi, carne e pesce nelle loro lavorazioni più semplici) e alimenti ultra trasformati (il junk food: snack ricchi di grassi e/o zuccheri aggiunti o sale, dolciumi ,bevande zuccherate, piatti pronti, würstel e tutti gli altri prodotti preparati con carni separate meccanicamente).
Quest’ultimo gruppo è caratterizzato dalla presenza di sostanze estranee alle preparazioni alimentari domestiche, contiene additivi artificiali, e di solito ha più di 5 voci nella lista ingredienti.
Si è visto che il consumo di questo tipo di alimenti è aumentato in modo esponenziale in tutto il mondo. Ed è al consumo di questo tipo di cibo che purtroppo sono correlati vari disturbi mentali.
In particolare, si è dimostrata una associazione con sintomi depressivi, ansia, dipendenze (al contrario di quanto accade con una maggiore assunzione di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e latticini a basso contenuto di grassi – tradotto: la dieta mediterranea – con il rischio di depressione decisamente più basso).
Vi starete chiedendo in che modo questi alimenti possano fare male alla salute mentale di una persona
Si sono ipotizzati vari meccanismi: innanzitutto, la scarsezza di fibre, polifenoli e acidi grassi buoni (tipici degli alimenti non trasformati) può portare ad un aumento dell’infiammazione, dello stress ossidativo, e ad un impoverimento del microbiota intestinale (che a sua volta è coinvolto attraverso varie vie con la modulazione dell’umore).
In più, il consumo di cibi ultra trasformati (compresi dolcificanti come l’aspartame e il glutammato monosodico) sembra possa provocare una disregolazione di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, implicati nel tono dell’umore
Alla luce di tutto questo, potete capire come la “dieta” non debba essere vista come un semplice “modo per arrivare in forma all’estate”, ma bensì come a uno strumento potentissimo per far star bene corpo e mente per tutta la vita.
Perché in fondo sono pochi i fattori che davvero ci possono mantenere in salute: vale la pena utilizzarli appieno.
Dr.ssa Valentina Nuzzi
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