La spalla è una zona complessa del nostro corpo in quanto non è composta da una singola articolazione, ma bensì da diverse (definito cingolo scapolare).
L’articolazione maggiormente coinvolta dagli infortuni alla spalla, definita gleno omerale, è composta dall’omero (che fa parte del braccio) e la glena (che è una parte della scapola): bisogna immaginare una specie di cestino (la glena) che “accoglie” una palla (la testa dell’omero) al suo interno.
La particolarità di questa articolazione è che dev’essere molto mobile e allo stesso tempo molto stabile (il che, a pensarci, può sembrare un’incongruenza). Il nostro corpo adotta tre sistemi per fare fronte a questa instabilità: in primis il cercine, una sorta di “laccio” intorno alla glena che aumenta la stabilità tenendo unite le due parti; il secondo sistema è la differenza di pressione, ovvero un effetto ventosa che tiene unite le due parti; infine, il terzo sistema riguarda la parte muscolo-tendinea, con le cuffie dei rotatori che si posizionano sopra l’omero per aumentare ulteriormente la stabilità della spalla.
Tuttavia, queste precauzioni naturali a volte possono non essere sufficienti per evitare gli infortuni alla spalla e così capita che alcuni movimenti, soprattutto nel praticare sport, o alcuni colpi possano provocare l’uscita dell’omero, definita lussazione.
Lo step prima della lussazione: l’instabilità di spalla
L’instabilità di spalla è lo step antecedente la lussazione, ovvero il fastidio che si verifica facendo determinati movimenti e la costante sensazione che la spalla possa fare crack da un momento all’altro.
Instabilità meccanica: quando fuoriesce la spalla e, con il consulto di un ortopedico, si può definire se sia il caso di operarla o meno. Generalmente, i giovani sono più indirizzati all’operazione perché hanno più necessità, come può essere il semplice praticare sport.
Instabilità funzionale: in alcuni sport in cui la spalla viene stressata molto, il paziente ha la continua sensazione di instabilità, e quindi non la sente confortevole durante questi gesti sportivi: se continua a giocarci sopra senza rafforzare rischia di incombere in infortuni che possono aggravare la situazione.
E’ proprio in questo step che il fisioterapista gioca un ruolo fondamentale: con la fisioterapia infatti si può rafforzare la spalla evitando di arrivare allo stadio successivo, ovvero quello della lussazione.
Come si verificano le condizioni della spalla?
La Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto è sicuramente il mezzo diagnostico più efficace per verificare eventuali lesioni alle spalle: il liquido di contrasto si deposita in eventuali spazi generati da lesioni, che vengono scovati grazie alla risonanza magnetica.
La storia di Giorgio, 23 anni, e di come si è lussato la spalla praticando sport
Voglio concludere questo articolo raccontando quanto accaduto ad un mio paziente. Giorgio, 23 anni e ragazzo molto sportivo, fin da piccolo ha sempre avuto dei problemi ad entrambe le spalle. Un giorno, a 16 anni, giocando a pallavolo a scuola, la spalla destra gli ha fatto un piccolo “crack”, così si è dovuto fermare per qualche settimana. Dopo appena 20 giorni Giorgio stava di nuovo bene e non sentiva più dolore, ma ogni volta che praticava uno sport che richiedesse un’estensione del braccio al di sopra della testa (quindi nuoto, tennis, pallavolo, basket) percepiva l’instabilità della spalla e quella sensazione di “possibile fuoriuscita” in qualsiasi momento.
Due mesi fa (a distanza di 7 anni dal primo “crack”) giocando a Tennis, gli è uscita la spalla in battuta, per poi rientrare subito, da sola. Una situazione capitata più volte nel corso degli anni che non lo ha allarmato troppo. Così, dopo pochi minuti e un bicchier d’acqua ha ripreso a giocare. L’azione successiva Giorgio ha alzato il braccio per cercare una schiacciata e la spalla è uscita nuovamente, stavolta senza però rientrare.
Dopo ver trascorso la serata in ospedale, dove l’ortopedico gli ha ridotto la lussazione facendo tornare l’omero al suo posto, è stato sottoposto alla Risonanza Magnetica con mezzo di contrasto, che ha evidenziato la lesione completa del cercine: ora Giorgio dovrà sottoporsi all’operazione per poter tornare a fare sport senza problemi.
Due settimane dopo l’avvenimento, il giovane sportivo è venuto da me per rinforzare un la spalla e per non rischiare di lussarla nuovamente (può accadere con un movimento sbagliato anche mentre si dorme), , in attesa dell’intervento che si terrà a dicembre.
Morale? Probabilmente, se avessimo iniziato insieme gli esercizi di rinforzo della spalla prima, quando a 16 anni ha fatto crack per la prima volta, Giorgio avrebbe evitato la lussazione che gli costerà l’intervento e di conseguenza un lungo stop.
Dr. Federico Nuzzi
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