Per affrontare questo argomento abbiamo dato la parola al Dr. Mario Cappellin, odontoiatra e titolare dell’omonima Clinica con sede a Pinerolo e Torino e Professore a contratto di Ergonomia, discipline odontoiatriche ed Economia Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Professor Cappellin ci spiega che cos’è la carie e perché si forma?
La carie è un processo patologico che distrugge una parte del dente, e le principali cause sono il consumo di alimenti o bevande molto zuccherate, un’igiene orale non efficace (che permette l’accumulo di cibo e batteri sulla superficie dei denti) e in parte anche una predisposizione individuale.
La carie inizia con una demineralizzazione dello smalto: finché rimane a questo stadio, è possibile tenerla sotto controllo se il paziente inizia una igiene orale molto scrupolosa.
Se viene trascurata può ingrandirsi e superare il confine tra lo smalto (il tessuto più resistente del dente) e la dentina (un tessuto molto più delicato, che tende velocemente a degradarsi e quindi permette alla carie di espandersi velocemente). In questa fase i sintomi della carie sono riconoscibili con una spiccata sensibilità al freddo e sensibilità agli zuccheri.
Quando la carie arriva in dentina, entro pochi mesi è in grado di arrivare fino al nervo interno del dente, dove i batteri generano un’infezione chiamata pulpite: dolore intenso, anche pulsante, che aumenta con l’assunzione di cibi e bevande calde e fredde e durante la masticazione. In questo caso non è più sufficiente asportare il tessuto cariato e ricostruire il dente, ma bisogna prima effettuare una devitalizzazione, che ha il potere di eliminare l’infezione e il dolore, ma ha lo svantaggio di rendere meno resistente il dente e quindi necessita di una ricostruzione più robusta da quella di una semplice carie. Il dente viene infatti rinforzato dall’interno e viene rivestito da una corona in ceramica, prima provvisoria e poi definitiva.
Abbiamo parlato di otturazioni ed intarsi: qual è la differenza? c’è una soluzione migliore?
Non esiste una soluzione standard che possiamo garantire come la migliore in ogni caso: per ricostruire un dente cariato le soluzioni sono molteplici e variano a seconda della quantità di dente colpita dalla carie e dalla necessità del paziente.
Se la carie colpisce i denti anteriori è possibile asportarla e ricostruire il dente con un’otturazione in composito che, se eseguita da un operatore esperto, può mimetizzarsi perfettamente con i denti naturali.
Se la carie invece colpisce i denti posteriori, i quali per la loro posizione supportano un carico masticatorio più importante, è necessario ricostruire la parte del dente distrutta dalla carie con un intarsio in ceramica.
La principale differenza fra otturazione e intarsio è il metodo con cui vengono realizzati: l’otturazione viene eseguita in bocca direttamente sul dente, perciò è completamente dipendente dall’abilità dell’operatore; l’intarsio, invece, viene eseguito a partire da una impronta del dente dopo che è stata rimossa la carie (impronta che con le moderne tecnologie viene effettuata con una telecamera tridimensionale), poi progettato al computer e ricavato da un blocchetto di ceramica estetica, e ciò garantisce una maggiore precisione e resistenza nel tempo.
Qualche consiglio pratico?
Il consiglio che posso darvi è di lavare i denti accuratamente tutte le volte dopo i pasti, passando anche il filo interdentale. Inoltre è necessario eseguire periodicamente, secondo il consiglio dell’igienista di fiducia, la detartrasi professionale e il controllo diagnostico per monitorare e prevenire ogni genere di lesione.
Qualora si percepisse sensibilità al freddo e al caldo, il consiglio è di recarsi subito da un dentista esperto per un controllo approfondito. Dopodiché, sarà il dentista a constatare l’effettiva presenza della carie e potrà indicare il miglior trattamento a seconda della profondità della lesione cariosa.
Intervista al Dr. Mario Cappellin a cura di Davide Clivio
Dr. Mario R. Cappellin
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