Gli infortuni muscolari sono una problematica molto comune tra gli sportivi, e possono essere da contatto, quando il muscolo subisce un urto e quindi si lede, o da allungamento (strappo muscolare), quando il muscolo si allunga ed in frenata si strappa, formando una lesione interna.
A seconda della gravità e della profondità del “buco” che si forma all’interno del muscolo, gli strappi muscolari vengono classificati per livelli.
Avete presente quel fortissimo dolore che avete provato quando vi siete strappati? Ecco, quel dolore rischia di ripetersi se la riabilitazione non viene affrontata nel modo giusto.
Per scoprire come si affronta questo tipo di infortuni, abbiamo interpellato Federico Nuzzi, fisioterapista delle giovanili del Torino Calcio.
Dottor Nuzzi, quali sono i sintomi di un infortunio muscolare?
Quando praticando sport si subisce un infortunio muscolare, la sensazione è quella di una “coltellata” all’interno del muscolo, con il conseguente irrigidimento del muscolo come nel caso di crampi molto forti.
Se il dolore è in una porzione di muscolo ridotta (della dimensione di una moneta per intenderci) è molto probabile che sia presente una lesione.
Mi viene in mente quella volta in cui un giocatore della squadra si è lesionato la coscia anteriore con un cambio di direzione: il ragazzo parlava di un dolore fortissimo in un punto ben preciso. Dopo una doccia veloce, gli ho fatto un bendaggio stretto alla coscia: il giorno dopo aveva dolore sia a contrarre il muscolo che ad allungarlo e grazie all’ecografia abbiamo avuto conferma che il muscolo in questione era il retto femorale. Così, fin da subito, abbiamo iniziato a lavorare su tutti i muscoli ad eccezione della coscia: si avvicinava una partita molto importante e non volevamo, nei limiti del possibile, fare a meno di lui. Lavorando sugli altri muscoli e praticando appositi esercizi di allungamento e di frenata del quadricipite in cui io spingevo la gamba e lui frenava lentamente il movimento, dopo 4 giorni abbiamo inserito la corsa nel piano di recupero, e dopo appena una settimana la lesione si era già rimarginata: 10 giorni dopo l’infortunio lui era di nuovo in gruppo e pronto a giocare la sfida importante.
Questo dimostra che lavorando bene i tempi di recupero possono essere anche abbastanza brevi. Lei ha detto che al ragazzo è stata fatta l’ecografia: è fondamentale questo passaggio?
Questa è una domanda molto comune. Innanzitutto, voglio sottolineare che l’ecografia non va fatta appena si è verificato l’evento, perché a caldo il rischio è quello di non riuscire ad intravedere la lesione; dunque, devono passare dalle 24 alle 48 ore.
Per quanto riguarda la necessità di fare l’ecografia, quando lavoro con i ragazzi del Torino calcio, trattandosi di professionismo, la faccio sempre fare in modo che si abbiano ben chiare le problematiche ed i tempi di recupero. Quando invece si ha a che fare con amatori o dilettanti lo scoglio sono le possibilità economiche, perché fare un’ecografia ha un costo importante se la si vuole svolgere nei giusti tempi, ed aspettare mesi prima di farla rischierebbe di rivelarsi poco efficace.
Si può comunque iniziare la riabilitazione anche senza un’ecografia, questo sta nella bravura del fisioterapista: io, ad esempio, mi baso su quanto mi dice il paziente riguardo ai punti in cui ha male, cercando di proporre esercizi sempre al di sotto della soglia del dolore, soprattutto nel primo periodo. Quando provo a incrementare l’esercizio se il paziente risponde bene tengo quel livello, altrimenti rallento. L’ecografia non è indispensabile, anche se ovviamente è un vantaggio.
Cosa s’intende con riabilitazione e in cosa consiste?
Con riabilitazione intendiamo il processo di recupero post-infortunio, ovvero l’insieme di esercizi che mirano a far ritrovare i movimenti persi nel minor tempo e miglior modo possibile.
Prima di tutto, se si ha la sensazione di aver subito un infortunio muscolare, è fondamentale limitare i danni, e dunque interrompere subito la pratica sportiva e rivolgersi ad un professionista per un apposito bendaggio. Quando faccio un bendaggio il mio obiettivo è quello di creare una compressione nella zona coinvolta per evitare un travaso di sangue e la conseguente dilatazione della frattura: durata 3-4 giorni. È consigliabile, secondo le linee guida, evitare farmaci antinfiammatori in questo primo periodo.
Dopo questa fase ha inizio la cicatrizzazione: qui è fondamentale iniziare a far lavorare bene il muscolo perché, in caso contrario, la cicatrice rischia di formarsi troppo inspessita, aumentando di fatto il rischio di recidive: perciò sarebbe bene rivolgersi ad un professionista che illustri degli esercizi mirati per evitare che questo accada. In più, in questa fase, io inserisco sempre del lavoro aerobico purché sia compatibile con il dolore (come cyclette e piscina)
Esistono casi in cui l’infortunio muscolare va operato?
Si, quando c’è un distacco totale tra muscolo e tendine. Fortunatamente, sono casi non troppo comuni.
In conclusione, perché è molto importante fare fisioterapia dopo un infortunio muscolare?
Innanzitutto per accorciare i tempi di recupero, e poi perché senza un’adeguata fisioterapia il rischio di recidiva è molto elevato: meglio dedicare tempo e risorse per una giusta riabilitazione piuttosto che rischiare di doversi nuovamente dopo poco tempo.
Intervista a Federico Nuzzi a cura di Davide Clivio
Dr. Federico Nuzzi
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