Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando.
Questo dice Albert Einstein in una delle sue teorie.
D’altra parte, una persona di 65 anni di oggi ha la forma fisica e cognitiva di una di 40-45 anni di 30 anni fa, e una di 75 anni quella di un individuo che ne aveva 55 nel 1980: dunque i settantenni di oggi sono più performanti dei loro coetanei di 30 anni fa, e ai test cognitivi e di intelligenza ottengono risultati migliori. Probabilmente perché sono più colti, più attivi e meglio curati rispetto al passato.
Nel quadro di una esistenza più lunga e dinamica, esistono però spiacevoli inconvenienti, causati dall’usura, che devono essere “tenuti d’occhio”.
Tra questi, un posto di assoluto rilievo è occupato dall’artrosi, un disturbo che solo in Italia affligge oltre 500 mila persone, dovuto all’usura e all’invecchiamento delle articolazioni, che colpisce soprattutto le sedi più sottoposte al carico, cioè le anche, le ginocchia e la colonna vertebrale.
Attenzione: l’artrosi è molto limitante, soprattutto se di livello avanzato. Come sarebbe non poter più andare a fare la spesa da soli? O non poter più portare a spasso il proprio nipotino?
Tutti sanno che la prevenzione è meglio della cura e in molti casi la evita. Con il relativo risparmio in termine di salute, tempo (i tempi di recupero di un’eventuale operazione sono molto lunghi) e costi (prendete nota: i costi della riabilitazione post infortunio sono sempre più elevati di quelli per la della prevenzione!): ecco perché intendo aiutarvi a prevenirla.
Come si previene l’artrosi
Innanzitutto, è fondamentale praticare una ginnastica dolce per mantenere una mobilità più ampia possibile nei piani di movimento delle varie articolazioni, in modo da ritardare il più possibile l’insorgenza di artrosi. Anche per quanto riguarda lo sport, non esiste uno sport migliore di un altro: l’importante è che questo non vada a sovraccaricare i muscoli e le articolazioni creando uno sforzo inutile.
Anche il rinforzo della muscolatura gioca un ruolo importante nella prevenzione di questi dolori causati dall’artrosi, così come l’esecuzione di determinati movimenti in maniera corretta per preservare il ginocchio e la schiena.
Perché affidarsi al fisioterapista
Il fisioterapista non è solo cura, è anche prevenzione. Questo perché non si può tornare indietro da una situazione artrosica che, quando si manifesta, spesso è già troppo avanzata e necessita di una terapia invasiva come un intervento chirurgico: l’alternativa è conviverci accettando di avere un rom ridotto dell’articolazione coinvolta.
L’unica cosa che può fare a questo punto il fisioterapista è procedere con manipolazioni nel tentativo di aumentare gli spazi interarticolari.
È dunque importante affidarsi ad un professionista per sapere quali esercizi svolgere e, soprattutto, per capire come svolgerli nel modo giusto: un errato svolgimento provoca l’effetto contrario, aumentando il rischio di problemi alle articolazioni.
Qual è la giusta dose di fisioterapia per un over 60?
Il programma di fisioterapia è molto soggettivo, e ovviamente varia da persona a persona: non può essere lo stesso per un uomo di 70 anni che deve tagliare la legna per l’inverno e per la signora che ha la necessità di andare al mercato con il carrello della spesa.
In linea di massima, tuttavia, possiamo dire che per ridurre il rischio di artrosi, un over 65 dovrebbe praticare un’ora o due a settimana di fisioterapia, inizialmente seguito da un fisioterapista esperto che gli mostri lo svolgimento corretto degli esercizi (nella nostra clinica, per esempio, proponiamo trattamenti su misura per prevenire l’artrosi).
Ma non è tutto. Quello che conta, infatti, è la costanza, e quindi l’allenamento a casa dev’essere in piccole dosi, per non sovraccaricare, ma ripetersi quotidianamente: come raccomanda l’OMS, molto meglio una pillolina di esercizi tutti i giorni piuttosto che una dose più massiccia una o due volte alla settimana. Questo serve a mantenere l’articolazione molto più in movimento, le fasce muscolari più elastiche, e fa sì che ci sia un beneficio più duraturo che pesi anche meno sulla persona, essendo l’attività svolta in dosi più ridotte. Una volta che il corpo si è abituato, ed il paziente è autonomo, si può tranquillamente lavorare da casa incontrandosi un paio di volte l’anno per fare il punto della situazione.
Forse è meglio iniziare subito la prevenzione, non pensate?
Come ha detto Papa Francesco: ” L’anzianità è una vocazione. Non è ancora il momento di tirare i remi in barca”.
Dr. Jacopo Papa
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