L’apatia è un tema delicato che quest’oggi affronteremo con il Dott. Aldrisi della Clinica Sinaptica.
Dott. Aldrisi, ci spieghi in che cosa consiste l’apatia.
L’Apatia è uno stato psicologico che si verifica quando c’è assenza di sentimento, quando non vi sono stimoli ed emozioni, e quando non c’è alcuna progettualità di vita.
Un mio paziente qualche tempo fa mi ha dato un’interpretazione del tutto personale che credo rappresenti a pieno ciò che si vive soffrendo di apatia: mi disse “diventa tutto faticoso”.
Ogni individuo nell’arco della sua vita affronta dei cicli, “alti e bassi” caratterizzati da momenti positivi e momenti di crisi; quest’ultimi possono essere superati solo se l’individuo è spinto dalla volontà di rialzarsi e andare avanti, per ritrovare il benessere e la serenità, e trasformare il momento negativo come un insegnamento costruttivo da cui evolversi.
L’apatico, al contrario, non propone iniziative, fa fatica a svegliarsi, non ha un hobby, non prova entusiasmo e soddisfazione in ciò che fa, in altre parole pare che “non gliene freghi niente”.
L’apatia è un fenomeno sempre più comune, anche fra i giovani. Che cosa ci può dire a riguardo?
Voglio raccontarvi la storia di L., 25 anni, un giovane che si è rivolto a me circa un anno fa. La sua era una famiglia poco rispecchiante: un padre praticamente inesistente, per i fatti suoi, ed una madre molto ansiosa e controllante.
Per tutto il periodo delle superiori, L. è sempre stato isolato dal gruppo dei suoi coetanei. Preferiva passare le sue giornate in camera da solo, piuttosto che con gli altri ragazzi al parco.
Di fatto, gli sono mancate una serie di esperienze, così si è trovato da “giovane adulto” ad avere difficoltà a ricamarsi un ruolo nella società e a non avere un lavoro che lo soddisfacesse: si è reso conto di soffrire di apatia.
Abbiamo lavorato sulla sua personalità, sulle sue emozioni e sui suoi piaceri, focalizzandoci anche sui suoi obiettivi.
Dopo un paio di sedute insieme, L. ha cominciato a fare degli stage lavorativi in cui passava le pause pranzo con i colleghi. Ricordo un giorno che si è seduto e mi ha detto: “cavolo, è bellissimo fare gruppo con le persone, mangiarci insieme e condividere delle passioni”. Per me è stata una grande soddisfazione.
Oggi L. fa teatro, viaggia, ha un lavoro che lo soddisfa… ha trovato, giorno dopo giorno, quel senso nella vita che prima non gli apparteneva.
Una storia a lieto fine. In cosa consiste di fatto la psicoterapia?
Il compito del terapeuta è quello di portare il paziente a riattivare un’intelligenza emotiva, ovvero provare e riconoscere le proprie emozioni. In che modo? È qui che entriamo in gioco noi: notando quando lo sguardo del paziente si accende parlando di un piacere vissuto.
In sostanza, il percorso psicoterapeutico accompagna la persona a ritrovare lo stimolo nel desiderare, nel provare piacere a riconnettersi con particolari momenti della vita in cui si è sentiti vivi.
Le cause dell’apatia possono essere molteplici, è impossibile generalizzare senza conoscere la storia di chi ne soffre.
Qual è la durata media della terapia?
Si tratta di una terapia continuativa che richiede costanza: in molti casi, con una seduta alla settimana, in un anno si possono ottenere ottimi risultati.
Tuttavia, non c’è una durata media, e la terapia può durare 6 mesi come 4 anni: questo dipende da molti fattori, tra cui sicuramente la personalità del paziente. C’è chi ha più capacità introspettive e quindi riesce a consapevolizzare velocemente, e chi necessita di più tempo.
Un consiglio per concludere?
La cosa peggiore, in questi casi, è non fare nulla. Osate, riprendete in mano la vostra vita, e rivolgetevi a chi può analizzare i vostri “non sentimenti” ed accompagnarvi in un percorso per ritrovarli.
Intervista al Dott. Corrado Aldrisi a cura di Davide Clivio
Dr. Corrado Aldrisi
corrado.aldrisi@gmail.com
sede a Torino
Tel. 3474845100
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