Infortuni: prevenire è meglio che curare (pt.1)

Quando si pratica sport, soprattutto a livelli agonistici, l’infortunio è dietro l’angolo. Tuttavia, ci sono alcuni accorgimenti utili per provare a ridurre il rischio che ciò accada

Tempo di lettura: 3 minuti


La prevenzione degli infortuni è fondamentale quando si pratica sport in maniera costante, soprattutto se a livello agonistico o professionale. Ci ha spiegato qualcosa di più a riguardo in un’intervista l’esperto Federico Nuzzi, fisioterapista sportivo con esperienza nelle giovanili del Torino F.C.

Cosa significa prevenzione e quanto è importante nello sport?

Prevenzione significa mettere in pratica esercizi ed accorgimenti che diminuiscano il rischio di incombere in un determinato infortunio, che può essere di tipo muscolare, una distorsione, o qualsiasi altro infortunio in ambito sportivo.
Esistono appositi test che mostrano se una persona è più a rischio infortunio rispetto ad un’altra (questa pratica viene definita screening), ed apposti esercizi che mirano a ridurre la probabilità che questo si verifichi. Questo non significa per forza iscriversi in palestra e passarci due ore al giorno, ma può semplicemente voler dire mettere in pratica qualche esercizio di riscaldamento mirato e ben fatto per evitare infortuni.
Nello sport professionistico la prevenzione è di fondamentale importanza, ancor più perchè il professionista vive di quello: come in ogni lavoro, la propria assenza costituisce un disagio per il datore di lavoro, dunque la prevenzione non deve mancare e va presa con grande serietà, perché il professionista deve sempre essere al meglio delle proprie possibilità per saltare il minor numero di impegni sportivi in calendario.
Per chi pratica a livello amatoriale è un discorso meno economico e più di salute, perchè ridurre il rischio di infortunio significa ovviamente evitare problemi fisici e tutte le conseguenze che comporterebbero.

Lo “skip alto” è un esempio di stretching dinamico

E’ vero che lo stretching serve a prevenire gli infortuni? Garantisce maggiore elasticità a chi lo pratica?

Questo è ciò che pensa la gente, tant’è vero che sento spesso dire da pazienti infortunati frasi tipo “eppure faccio molto stretching per evitare gli infortuni”. In realtà, lo stretching di per sé non è da considerarsi una vera e propria prevenzione, anzi, secondo la letteratura non sembra dare grandi risultati a riguardo. Facendo stretching si lavora sull’allungamento muscolare, con la convinzione che si abitui a stare in quella posizione: questo non è del tutto sbagliato, se non fosse che l’effetto dello stretching si dissolve molto in fretta e, pertanto, la sua efficacia sulla prevenzione di infortuni è decisamente inferiore rispetto ad appositi esercizi di rinforzo o mobilità muscolare. In conclusione, possiamo dire che lo stretching non va considerato come il mezzo primario di prevenzione, ma può essere usato a patto che non tolga tempo a esercizi più utili.
L’elasticità non si migliora con lo stretching statico, ma con appositi allenamenti di mobilità. Gli studi dimostrano che, per lavorare sull’elasticità, quello più utile è lo stretching dinamico, ovvero quello che permette, in ripetizione, di allungare il muscolo per un brevissimo periodo di tempo, per poi farlo ritornare alla posizione iniziale: è stato infatti dimostrato come lo stretching statico pre-allenamento abbassi il tono muscolare e la capacità di esprimere forza nel breve periodo, tant’è vero che chi fa sollevamento pesi non pratica mai questo tipo di esercizio prima delle esecuzioni per evitare di perdere forza.

Esempio di stretching statico

La seconda parte dell’intervista, che riguarda la differenza di prevenzione nei vari sport, sarà online il prossimo martedì 12 luglio 2022. Restate connessi!!


Dr. Federico Nuzzi
federiconuzzi.fkt@gmail.com
sede a Pinerolo
Tel. 3703280830


Comunicazione sanitaria informativa ai sensi della legge 145/2018 (comma 525) curata da Federico Nuzzi, fisioterapista, Ordine TSRM, n.279.
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