Dimagrire in fretta: no alle diete drastiche

Si tende sempre a pensare che per dimagrire basti mangiare poco o addirittura non mangiare, ma questa non è la soluzione giusta

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Troppo spesso vedo persone fare diete “da fame” nella speranza di dimagrire il più in fretta possibile: diete rigidissime e restrittive a cuor leggero nell’ottica di ottenere più in fretta il risultato sperato. Oggi vorrei far riflettere sugli effetti collaterali di queste “diete”. Questo non per fare terrorismo psicologico ma dato che penso che “la conoscenza renda liberi” dovete capire bene come funziona il vostro corpo se volete farlo funzionare bene.

Innanzitutto vorrei riflettere sulle conseguenze psicologiche:

1) Pensiero costante del cibo: per tutto il giorno si pensa a cosa si è mangiato nei pasti precedenti, cosa consumare nei pasti successivi, quali alimenti si possono mangiare e quali sono “proibiti” e che tanto si vorrebbero. Si scelgono i cibi in base al quantitativo di zuccheri e grassi, si scelgono cibi light, “fit” o proteici perché si pensa siano migliori e si trascura la parte più “gustosa” del cibo e dell’alimentazione

2) Ci si allontana dai segnali di sazietà/fame che ci invia il nostro corpo: non si ascoltano perché “è la dieta” che dice quando e cosa mangiare, non il nostro corpo. La diretta conseguenza di questo sarà il punto successivo

3) Si arriva ad avere “paura” di determinati cibi, quelli che di solito più piacciono, perché si ha paura di “perdere il controllo”. Si pensa di dover evitare quel cibo: quante volte mi sento dire in studio “dottoressa, è meglio che non tenga in casa quei biscotti o quel gelato perché se ce l’ho sottomano poi non mi fermo più”. Questo però, permettetemi di dirlo una volta per tutte, non è dovuto alla “mancanza di volontà” della persona, ma semplicemente al fatto che durante la settimana non si è mangiato abbastanza e ci si è privati del gusto. E quando ci si concede “qualcosa di buono” lo si fa non gustandolo, ma sentendosi pieni di sensi di colpa e di “frustrazione” per “non essere stati abbastanza bravi”.

Ecco pensate davvero di ottenere e soprattutto mantenere dei risultati con un atteggiamento simile? Perché se abbiamo capito che una dieta è uno stile di vita, beh… dovete immaginare di fare queste cose per sempre se volete mantenere i risultati. Io non ci riuscirei mai, e voi?

E ora veniamo alle conseguenze da un punto di vista fisico, perché purtroppo sono tante. Cosa succede a livello fisiologico nel nostro corpo se si riducono drasticamente le calorie?

1) Senso di costante stanchezza e difficoltà a concentrarsi, in quanto la tiroide inizia a lavorare di meno (il corpo sente la carenza di carburante ed entra in modalità risparmio energetico). Questo porterà ad avere sempre maggiori difficoltà a perdere peso

2) Maggior facilità ad ammalarsi: lo sapete che il nostro sistema immunitario consuma tante calorie per funzionare bene? Se non gliene forniamo a sufficienza allora funzionerà di meno, e così ci ammaleremo più facilmente

3) Riduzione della libido. Pochi carboidrati, e pochi grassi soprattutto, portano ad una riduzione nella produzione degli ormoni sessuali, con conseguente calo del desiderio sessuale

4) Costante senso di fame per riduzione della leptina, un ormone di cui vi parlerò che ha importanti funzioni. Fra le tante, vi accenno per ora non solo quello di mandare il segnale di sazietà al cervello, ma anche quelli di regolare la funzionalità della tiroide, del surrene, delle ovaie e dei testicoli. Come conseguenza quindi avremo tiroide lenta, riduzione della fertilità e del desiderio sessuale, scarsa risposta agli stimoli stressogeni (rischio di bornout).

Come vedete, il nostro corpo è una macchina perfetta, e cerca di “difendersi” quando noi lo trattiamo male. Quindi, anziché fargli la guerra con diete drastiche, perché semplicemente non ci limitiamo a capire come farlo funzionare al meglio?

Senza cose drastiche che, fidatevi, non servono!


Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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